Il Progetto Fabrica Ethica

Fabrica Ethica, è un progetto che nasce dall’esperienza di un convegno promosso dalla Regione Toscana nel 2002, come processo di confronto con le questioni legate all’etica sociale delle imprese, con l’obiettivo di comunicare le determinanti del cambiamento in atto, ed aprire un confronto tra le Istituzioni Pubbliche, nello specifico la Regione Toscana, ed il mondo imprenditoriale, centrato sulle forme di responsabilità nella tutela dei diritti legati ad una dimensione sociale dello sviluppo.

Le sue azioni, sono realizzate attraverso un dibattito multistakeholder, di condivisione e collaborazione, con un coinvolgimento molto ampio degli attori economici e sociali regionali, basato sull’idea che il processo di responsabilità sociale riguarda non solo le imprese, ma, sempre più, ed in maniera integrata, anche i territori. Sono, infatti, i territori che devono crescere all’interno di questo nuovo percorso, ed acquisire, anch’essi, una certificazione della propria filiera.

In quest’ottica, quindi, la Regione Toscana ha sviluppato un progetto per l’acquisizione di un proprio sistema di gestione integrata, in corso di elaborazione; l’idea che l’ha spinta in questa direzione è che, così facendo, potrà poi richiedere, in qualità di soggetto appaltante, impegni ed orientamenti di responsabilità sociale anche all'esterno, ed il circolo virtuoso di una qualità responsabile potrà procedere, ampliarsi, e ri-orientare lo stesso sistema economico.

Tra i progetti realizzati nell’ambito di Fabrica Ethica, due si caratterizzano, in particolare, per la numerosità di soggetti coinvolti, in un caso privati, nell’altro sia pubblici che privati, e l’ampiezza territoriale interessata. Di rilievo, certamente, è l’impegno adottato per promuovere l’adozione della certificazione SA8000, che ha portato la regione Toscana a livelli di assoluta eccellenza mondiale, in quanto a presenza di attori economici eticamente certificati, con una diffusione capillare in tutto il territorio regionale, (Fig.1), ed una distribuzione provinciale che in Firenze raggiunge la numerosità più elevata, (Fig.2).

Fig.1 - La diffusione della SA800 in Toscana


Fonte: Elaborazione su dati www.saasaccreditation.org (settembre 2007)

Fig.2 - La diffusione della SA800 nelle province toscane


Fonte: Elaborazione su dati www.saasaccreditation.org (settembre 2007)

Il progetto di Fabrica Ethica che può essere considerato come simbolo e modello di un nuovo e diverso processo di governance della responsabilità sociale, però, è il FELA-FIP - Fabrica Ethica Laboratorio Filiera Pelle, nato con l’obiettivo di creare e diffondere la cultura della responsabilità sociale nelle imprese e nei territori delle aree produttive, anche attraverso l’applicazione di sistemi di gestione integrata (qualità, ambiente, responsabilità sociale), per riqualificare le filiere di produzione e raggiungere la loro certificazione.

Progetto che si sviluppa da una proposta della Commissione Etica Regionale, basata sulla convinzione che lo sviluppo deve creare crescita e coesione fra persone, imprese e territori. Ciò significa dare importanza al come si produce e non solo al quanto, puntando anche su quei valori immateriali che costituiscono il valore aggiunto sempre più richiesto. Alla qualità delle produzioni, infatti, è sempre più necessario associare impegno per la riduzione dell’impatto ambientale e relazioni eticamente corrette nei confronti dei lavoratori, dei fornitori, dei clienti, dei consumatori e, non ultimi, dei territori.

Coinvolge : 650 imprese di pelletteria, 220 imprese conto terziste della concia, 15.500 stakeholder diretti (lavoratori, subfornitori, fornitori, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali), 1000 stakeholder indiretti (no profit - consumatori - media), Inail, Asl, Inps, Camere di Commercio e Unioncamere, 3 dipartimenti dell’Università di Firenze, 20.000 studenti degli istituti di istruzione secondaria, 1.250.000 abitanti, le 10 province toscane, 49 comuni (Altopascio, Arezzo, Bagno a Ripoli, Bientina, Borgo a Buggiano, Borgo S. Lorenzo, Buti, Calcinaia, Calenzano, Campi Bisenzio, Capannori, Carmignano, Castelfranco di Sopra, Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Chiesina Uzzanese, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Fucecchio, Gambassi Terme, Greve in Chianti, Grosseto, Impruneta, Lastra a Signa, Massarosa, Montemignaio, Montespertoli, Montevarchi, Montopoli Val d’Arno, Pelago, Piancastagnaio, Pian di Scò, Pontassieve, Prato, Reggello, Rufina, S. Casciano Val di Pesa, S. Miniato, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa, Subbiano, Tavarnelle, Terranova Bracciolini, Vicchio, Vinci) e, come recita il lancio del progetto, tutti coloro interessati alla vita del loro territorio.

Molti attori, economici e non, dunque, hanno già risposto positivamente ed intrapreso un percorso di socialità responsabile; un esempio certamente da imitare e riproporre, per esplicitare concretamente la proposta teorica di attuare una prospettiva di responsabilità sociale, intesa proprio come “l’integrazione, su base territoriale, volontaria, da parte delle imprese e delle istituzioni, delle istanze sociali ed ecologiche, nelle operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”. Una prospettiva in grado di conciliare, quale processo di governance, sviluppo sociale e competitività, attraverso un passaggio interpretativo della responsabilità sociale come possibile nuova e strategica opportunità. (© riproduzione riservata)

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