La responsabilità sociale d'impresa: per una governance nel rapporto impresa-territorio / Comunicare la responsabilità sociale

Il bilancio sociale è uno strumento informativo proposto per attuare un dialogo aperto e trasparente con gli stakeholder, e rafforzare la realizzazione dell’identità e della cultura d'impresa attraverso la condivisione dei valori fondamentali enunciati nella mission; misura, quindi, il comportamento sociale delle imprese per mezzo di un'analisi che esamina aspetti normalmente non considerati dalla contabilità tradizionale.

Dunque, uno strumento di monitoraggio e rendicontazione del processo di responsabilità gestionale che comprende le diverse dimensioni del concetto di sostenibilità: ambientale, capacità di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali; sociale, capacità di garantire opportunità di crescita nel rispetto dei diritti umani; economica, capacità di generare reddito e profitto.

Un report che si basa su un triplice approccio, Triple Bottom Line o Triple P approach, che analizza in modo integrato: la società, people; l'ambiente, planet; il profitto, profit. Assume, pertanto, le caratteristiche di un’architettura complessa, una fitta rete di procedure, strumenti e modalità, finalizzata a trasferire la cultura d’impresa ed il suo progetto fin ai confini del villaggio globale, attivando tutti i possibili canali di ascolto e stimolando costanti flussi di feedback per raccogliere valutazioni e consensi da parte della collettività in cui opera e calibrare, attraverso un processo di fine tuning, un progetto di miglioramento qualitativo continuo.

Uno dei suoi punti qualificanti, espressione diretta di quel processo di governance che è alla base della CSR, è il coinvolgimento degli stakeholder (personale, fornitori, soci, P.A., finanziatori, clienti-utenti, …), che si esprime attraverso la mappa degli stakeholder. Questi, possono essere consultati direttamente o attraverso rappresentanze, e le loro indicazioni riguardare sia gli assunti valoriali di partenza che, soprattutto, gli esiti gestionali e le performance sociali ottenute.

La mappa degli stakeholder


Termini come social accounting, social audit, bilan social e sozialbilanz cominciano a manifestarsi negli anni Settanta, è l’inizio degli studi sul bilancio sociale e si determinano due scuole di pensiero; l’impostazione europea continentale, orientata prevalentemente verso gli interlocutori interni, i dipendenti; l'approccio anglosassone, rivolto principalmente agli interlocutori esterni, come i consumatori e le forze di pressione della società civile.

Negli anni Novanta cresce l’importanza di questi documenti e nasce la necessità di predisporre dei principi e delle linee guida; così, negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Danimarca, nascono delle istituzioni non governative che si occupano di fissarle: il SRI (Social Responsibility Iniziative), l'ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability), il gruppo dell’Università di Copenaghen.

In Italia, per cercare di uniformare i bilanci sociali e fornire delle linee guida sulla loro redazione, nel 1998 si costituisce l’associazione Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, GBS, che fissa e sintetizza in un documento, Principi di redazione, i requisiti minimi che i bilanci sociali devono presentare per definirsi tali; la specificazione degli obiettivi e dei principi, la struttura ed i contenuti. Il documento presenta ed illustra le indicazioni procedurali che si ritengono essenziali per la redazione di un bilancio sociale, in parte desunte dall'esperienza e dottrina, in parte messe a punto dal confronto con i modelli di accountability più accreditati a livello internazionale.

Assunto di partenza è la necessità d'individuare criteri che gli diano uniformità; non si tratta solo di rendere comparabili bilanci riferiti a periodi ed aziende diverse, ma anche di garantire attendibilità e trasparenza per consentire di formulare giudizi attendibili. La costruzione di un bilancio sociale prevede, così, un contenuto minimo elaborato nel rispetto di alcune specifiche condizioni procedurali: la forma di redazione libera, ma secondo criteri uniformi, per consentirne la comparabilità; la distinzione dai bilanci d’esercizio, cui sono tuttavia collegati poiché ne replicano le informazioni economiche; l'articolazione in tre distinte aree di approfondimento: - l’identità sociale, (che implica l'esplicitazione dell’assetto istituzionale, della mission, dei valori etici di riferimento e del disegno strategico, per mettere gli stakeholder nella condizione di formarsi un giudizio e compiere una valutazione delle performance dell'azienda attraverso la comparazione tra gli assunti valoriali e strategici e le risultanze dell'attività stessa); - la produzione e la distribuzione del valore aggiunto, (un parametro che misura la ricchezza prodotta ed evidenzia l'effetto economico dell'attività sugli stakeholder; rappresenta il principale tramite di relazione con il bilancio di esercizio e si ottiene dalla riclassificazione del conto economico in due prospetti, quello di determinazione, individuato dalla contrapposizione dei ricavi e dei costi intermedi, e quello di riparto, ricomposto quale sommatoria delle remunerazioni percepite dagli interlocutori interni all’azienda e delle liberalità esterne); - la relazione sociale, (che contiene la descrizione qualitativa e quantitativa dei risultati che l'azienda ha ottenuto in relazione agli impegni assunti, ai programmi realizzati ed agli effetti prodotti sui singoli stakeholder, derivata da misurazioni, comparazioni, resoconti narrativi, quadri descrittivi, testimonianze e pareri, ed ogni altro mezzo per rendere possibile la costruzione di un quadro esauriente).

La qualità del processo di formazione del bilancio sociale e delle informazioni in esso contenute è poi garantita dal rispetto di una serie di punti caratterizzanti fondamentali: responsabilità: identificare le categorie di stakeholder cui l'azienda deve rendere conto; identificazione: fornire informazioni sul governo dell'azienda e sulla sua mission; trasparenza: far comprendere il procedimento logico della sua formazione; inclusione: dar voce a tutti gli stakeholder o motivare eventuali esclusioni; coerenza: fornire esplicita descrizione della conformità delle politiche ai valori dichiarati; neutralità: il bilancio sociale deve essere imparziale ed indipendente da interessi di parte; competenza di periodo: rilevazione degli effetti sociali nel momento in cui si manifestano; prudenza: rappresentare senza sopravvalutare il quadro della realtà aziendale; comparabilità: consentire il confronto nel tempo o con bilanci di altre aziende del settore; comprensibilità e chiarezza: struttura espressiva in equilibrio tra forma e sostanza; periodicità, ricorrenza: corrispondenza con il periodo amministrativo di quello d'esercizio; omogeneità: rilevazioni in un'unica moneta di conto; utilità: dati e informazioni utili a soddisfare le aspettative di attendibilità e completezza; significatività, rilevanza: tenere conto dell'impatto effettivo degli accadimenti; verificabilità: ricostruzione del procedimento di raccolta dei dati e delle informazioni; attendibilità: informazioni desumibili dal bilancio sociale prive di errori e pregiudizi; autonomia, indipendenza di giudizio: delle terze parti se incaricate della sua realizzazione. (© riproduzione riservata)
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