Lo sviluppo sostenibile / I termini del dibattito
Con il termine sviluppo, s'individua la tendenza di un sistema economico all’espansione, all’incremento della produzione e del reddito prodotto, alla crescita della produttività; un concetto relativo, però, che acquista forza nel confronto tra tempi successivi e realtà diverse. Il concetto del sottosviluppo, invece, condizione di insufficienza ed inferiorità rispetto al termine di paragone che viene accettato in accezione positiva, lo sviluppo, è interpretato quale condizione di arretratezza sociale ed economica in cui si trova una collettività nei confronti di economie più avanzate e con un più elevato reddito; ha quindi sempre una connotazione residuale espressione di una percezione di sottodimensionamento.
Come termine di paragone, quindi, si prende la ricchezza delle popolazioni dei paesi industrializzati definita in termini di quantità di beni e servizi fruibili che gli attuali processi di produzione e consumo inducono; tuttavia, tali società presentano un utilizzo ed uno spreco di risorse tale che, se tutte le popolazioni mondiali potessero usufruirne nelle stesse condizioni, ben presto tenderebbero verso l'esaurimento. Assumere come punto di comparazione tale modello in maniera acritica, quindi, significa lasciarsi tentare da una visione che definisce una condizione di crescita dimenticando la sua non sostenibilità nel lungo periodo, che non può non apparire azzardato e sbagliato; affermare che sottosviluppo è il contrario di questo sviluppo, allora, sembra un'affermazione retorica difficilmente sostenibile.
Un'analisi delle necessità esistenziali di base che, se non soddisfatte, procurano sensazioni di pericolo ed ostacolano fasi di sviluppo, evidenzia come il bisogno alimentare è quello cui l'uomo deve dedicarsi primariamente per garantirsi l'immediata sopravvivenza e quella futura; iponutrizione e malnutrizione, infatti, sono condizioni che hanno afflitto l’umanità in tutta la sua storia e portato alla scomparsa o sottomissione di interi gruppi umani. Quindi, la strutturazione stessa della società è stata sempre volta a garantire, con prospettive di lungo periodo, la risoluzione del problema alimentare e, proprio per risolverlo nel miglior modo possibile, l’uomo si è dedicato alla trasformazione ed all’organizzazione del territorio; purtroppo, il passo successivo, poi, è stato quello di portare continue trasformazioni all'ecosistema cercando di sostituire con un proprio progetto quello naturale fondato sull’equilibrio fra i diversi elementi.
Il soddisfacimento delle necessità alimentari, comunque, rappresenta solo un primo momento di ricerca cui segue quella di un rapporto di relazione con le persone che gli vivono attorno, e la conseguente creazione di un sistema che lo protegga e gli permetta, così, di raggiungere un più alto livello di vita. Ha bisogno, quindi, di un'organizzazione sociale in cui riconoscersi che gli consenta anche di elevarsi spiritualmente e culturalmente, potendo confidare che tutte queste condizioni siano stabili nel tempo.
Una condizione di sottosviluppo, allora, può definirsi come "l’impossibilità cronica, generalizzata a vasti strati della società, riferita ad un territorio vasto ma definito, e prolungata nel tempo, di soddisfare alla maggior parte di queste esigenze di base" ; è quindi una condizione che dà un’impronta precisa e riconoscibile all’insieme uomo-territorio, e consente di distinguere le regioni dove l’efficienza organizzativa ha permesso di vivere senza avvertire immediatamente e continuamente un rischio esistenziale, da quelle dove questa condizione non si è raggiunta. La sua quantificazione, però, non è di facile determinazione ed occorre sempre un esame qualitativo approfondito delle specifiche strutturali; tuttavia, alcuni indicatori tentano di misurare anche lo stato della condizione umana e sociale introducendo, accanto ai valori dell’economia, ulteriori elementi di analisi. (© riproduzione riservata)
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> Lo sviluppo sostenibile / Gli indicatori dello sviluppo
> Lo sviluppo sostenibile / La sostenibilità dello sviluppo
> Lo sviluppo sostenibile / I processi della partecipazione
> Lo sviluppo sostenibile / Agenda 21
> Lo sviluppo sostenibile / Le linee comunitarie
> Lo sviluppo sostenibile / Una prospettiva di governance
Come termine di paragone, quindi, si prende la ricchezza delle popolazioni dei paesi industrializzati definita in termini di quantità di beni e servizi fruibili che gli attuali processi di produzione e consumo inducono; tuttavia, tali società presentano un utilizzo ed uno spreco di risorse tale che, se tutte le popolazioni mondiali potessero usufruirne nelle stesse condizioni, ben presto tenderebbero verso l'esaurimento. Assumere come punto di comparazione tale modello in maniera acritica, quindi, significa lasciarsi tentare da una visione che definisce una condizione di crescita dimenticando la sua non sostenibilità nel lungo periodo, che non può non apparire azzardato e sbagliato; affermare che sottosviluppo è il contrario di questo sviluppo, allora, sembra un'affermazione retorica difficilmente sostenibile.
Un'analisi delle necessità esistenziali di base che, se non soddisfatte, procurano sensazioni di pericolo ed ostacolano fasi di sviluppo, evidenzia come il bisogno alimentare è quello cui l'uomo deve dedicarsi primariamente per garantirsi l'immediata sopravvivenza e quella futura; iponutrizione e malnutrizione, infatti, sono condizioni che hanno afflitto l’umanità in tutta la sua storia e portato alla scomparsa o sottomissione di interi gruppi umani. Quindi, la strutturazione stessa della società è stata sempre volta a garantire, con prospettive di lungo periodo, la risoluzione del problema alimentare e, proprio per risolverlo nel miglior modo possibile, l’uomo si è dedicato alla trasformazione ed all’organizzazione del territorio; purtroppo, il passo successivo, poi, è stato quello di portare continue trasformazioni all'ecosistema cercando di sostituire con un proprio progetto quello naturale fondato sull’equilibrio fra i diversi elementi.
Il soddisfacimento delle necessità alimentari, comunque, rappresenta solo un primo momento di ricerca cui segue quella di un rapporto di relazione con le persone che gli vivono attorno, e la conseguente creazione di un sistema che lo protegga e gli permetta, così, di raggiungere un più alto livello di vita. Ha bisogno, quindi, di un'organizzazione sociale in cui riconoscersi che gli consenta anche di elevarsi spiritualmente e culturalmente, potendo confidare che tutte queste condizioni siano stabili nel tempo.
Una condizione di sottosviluppo, allora, può definirsi come "l’impossibilità cronica, generalizzata a vasti strati della società, riferita ad un territorio vasto ma definito, e prolungata nel tempo, di soddisfare alla maggior parte di queste esigenze di base" ; è quindi una condizione che dà un’impronta precisa e riconoscibile all’insieme uomo-territorio, e consente di distinguere le regioni dove l’efficienza organizzativa ha permesso di vivere senza avvertire immediatamente e continuamente un rischio esistenziale, da quelle dove questa condizione non si è raggiunta. La sua quantificazione, però, non è di facile determinazione ed occorre sempre un esame qualitativo approfondito delle specifiche strutturali; tuttavia, alcuni indicatori tentano di misurare anche lo stato della condizione umana e sociale introducendo, accanto ai valori dell’economia, ulteriori elementi di analisi. (© riproduzione riservata)
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> Lo sviluppo sostenibile / La sostenibilità dello sviluppo
> Lo sviluppo sostenibile / I processi della partecipazione
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